Un ricordo di mio Padre |
domenica 26 febbraio 2012 | |
Mio padre Aurelio Barnabè comandante della terza compagnia del VI reggimento bersaglieri sul fronte russo è ancora costantemente ricordato dai pochissimi superstiti con affetto e ammirazione per aver condiviso sempre coi suoi bersaglieri ogni privazione e qualunque sacrificio in quelle tremende circostanze. Nel ricordarlo mi sembra che anche a lui si possano riferire le parole che nell’antica Roma il console Gaio Mario rivolse ai senatori preparandosi alla guerra contro Giugurta: .” E non ho studiato il greco: non me ne importava, perché vedevo quanto poco se ne fossero giovati quei maestri per la conquista della virtù. Ma altre cose ho imparato, di gran lunga più utili alla Repubblica: colpire il nemico, far la guardia, di nulla aver paura se non dell’infamia, sopportare caldo e geli, dormir per terra, tollerar nel contempo la fatica e la fame. Con questi insegnamenti darò l’esempio ai soldati…”( da Sallustio La guerra giugurtina LXXXIV) Pur decorato di medaglia di bronzo “ sul campo” e di medaglia d’argento Aurelio non volle mai ostentare le testimonianze del suo valore. Nella vita civile fu dirigente bancario insignito del cavalierato della Repubblica e seppe farsi circondare dalla stima e dall’affetto dei sottoposti per l’esempio costante di una cosciente e quotidiana applicazione al proprio dovere. Passeranno i decenni e, nonostante i numerosi onori postumi a lui conferiti dalle istituzioni civili e militari, anche di lui si affievolirà il ricordo, ma resteranno inalterati i valori di cui seppe essere esempio sia in pace che in guerra. Mario Ettore Barnabè |
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