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Gli antropologhi PDF

Pubblicato il 4 Ottobre 2006

Gli antropologi e gli economisti sanno bene quali sono i sistemi famigliari dove si produce più ricchezza e quelli dove si produce povertà. I sistemi più ricchi sono quelli dove di generazione in generazione l"eredità viene salvaguardata e passata in modo ineguale tra i figli. Un figlio eredita di più o in modo sostanziale (l"azienda, la professione, la casa...) mentre gli altri vengono compensati (denaro) oppure esclusi. Quella che, apparentemente, si può percepire come ingiustizia, di fatto è un modo per permettere alla famiglia di crescere e di prosperare nel lungo termine. La ragione politica di ineguaglianza crea il dato economico della ricchezza. In altri sistemi famigliari la ragione politica dell"eguaglianza produce il dato economico della povertà. Volendo avere i figli eredi tutti uguali si finisce per suddividere l"eredità famigliare in parti sempre più piccole con il passare delle generazioni. In breve quel sistema, anche se dispone di una media ricchezza, si impoverisce. Bastano tre generazioni da tre figli l"uno, in media, per ridurre un patrimonio al 3% per ogni erede! Queste due modulazioni sono tipiche delle regioni del Nordest, la prima, e delle regioni meridionali, insulari e del Nordovest la seconda. Le regioni del Centro Italia hanno delle modulazioni ancora più complesse di distribuzione e creazione del patrimonio famigliare più adeguate al valore di uguaglianza.

Una via di uscita è quella del "figlio unico". Fino a non molto tempo fa la pianificazione famigliare era difficile da praticare e venivano escogitati modelli sociali e culturali (le figlie in convento, i figli soldato...). Oggi la contraccezione permette alla singola coppia genitoriale di decidere autonomamente quanti figli fare e quindi come gestire il passaggio dei patrimoni famigliari. Anche per questo gli italiani stanno decidendo, in massa, di fare un solo figlio! Anche i meridionali. Anzi negli ultimi anni al repentino invecchiamento del Paese ha contribuito soprattutto l"Italia del Sud. E" un segno positivo dal punto di vista economico: significa che il Meridione nel breve-medio periodo crescerà economicamente. Ma significa anche che invecchierà molto velocemente. Già oggi si fanno più figli tra le famiglie settentrionali e non più tra quelle meridionali. Dato tutto questo che cosa fa il governo Prodi con la Finanziaria? Fa l"errore di chi vuole, politicamente, distribuire eguaglianza, ma di fatto distribuisce povertà. In questi giorni i commenti si sprecano, ma il più azzeccato è quello del presidente di Confindustria Montezemolo: per redistribuire la ricchezza prima bisogna produrla. E per produrre ricchezza occorre avere la mentalità politica. Lo stesso Montezemolo, non a caso, dice: "La crescita la fanno le imprese ma abbiamo bisogno di sentire un po’ di tifo, in Italia, nei confronti di chi rischia e intraprende, di chi compete, innova ed esporta." Dunque, così come il sistema politico divide il Paese artificiosamente, anche questa Finanziaria, che è sua diretta discendente, spacca il Paese. I dati che tutti conosciamo ci dicono che l"evasione fiscale, il lavoro irregolare e la più alta percentuale di partite-Iva è nel Mezzogiorno. Mentre la più alta percentuale di lavoratori autonomi o indipendenti, di professionisti e di piccole e medie imprese è nel Nordest. Allora se l"obiettivo dichiarato è quello dell"equità perché si è deciso di lavorare sull"incremento delle entrate (che, stando i dati, dovrebbe - appunto, è solo una speranza - venire soprattutto dal Sud) e non sulla riduzione delle spese (che favorirebbe il Nord)?

Come in certi sistemi famigliari si finirà per impoverire sia il Mezzogiorno che il Nord più produttivo. Per giunta non ci sono né la riforma delle pensioni, né un qualche progetto su famiglia e istruzione. Abbiamo una media di 7 alunni per ogni insegnante e assumiamo altri insegnanti. Perché non si trova e non si pratica una soluzione più ragionevole? La soluzione è semplice: è nel modo in cui gli italiani e le italiane si sposano e fanno famiglia.

Antonio Gesualdi

 
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