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Il Veneto dei piccoli comuni continua a crescere PDF
venerdģ 20 aprile 2007

A piccoli ma significativi passi anche il Nord-Est avanza verso la finanza che conta.

Con l’opa andata a segno sulla Intra – la Popolare che si lascia alle spalle il fantasma del crack Finpart – Vincenzo Consoli ha fatto compiere a Veneto Banca un passaggio decisivo da realtà dominante di un’area ricca come quella di Montebelluna , ma pur sempre delimitata, a soggetto a soggetto che, agendo da protagonista nel risiko delle popolari, si da una dimensione ben maggiore. Per la verità aveva già cominciato questa trasformazione mettendo un piede nel Sud, grazie a Banca Meridiana, molto attiva in Puglia e Basilicata, e sbarcando in Romania, area strategica per le imprese del Nord-Est. Ora, però, il direttore generale dell’istituto di credito trevigiano vuole andare oltre: non solo sta valutando ipotesi di acquisizione di altre banche nell’Europa Orientale, e aprirà nuove filiali in Romania, ma con un investimento di 170 milioni di euro si è fatto promotore di un “nocciolino duro” veneto all’interno di Generali. Insieme alla merchant bank Palladio (di cui Veneto Banca è anche socio), alla Finint di Enrico Marchi e Andrea De Vido, e alla famiglia Amenduni, ha infatti creato la Ferax, scatola che pur con lo 0,4% del Leone potrà sedersi al tavolo che conta a Trieste. Certo, la quota per ora non è di quelle che permettono di diventare l’ago della bilancia, ma come segnale per un’aggregazione di piccole forze basta e avanza. Dopo anni di esasperato individualismo, il Veneto dei “piccoli” comincia a fare sistema, mettendo un piede nell’ultimo dei salotti buoni. Meglio tardi che mai.

 

Enrico Cisnetto, pubblicato su Il Mondo 23 marzo 2007

 
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