L'America e gli americani oggi |
Pagina 3 di 8 Poi qualcosa è cambiato! Gli americani hanno reagito male all'attacco interno. E' come se quel popolo fosse stato colpito nella convinzione più intima della propria essenza e del proprio ruolo: una certa convinzione di invulnerabilità. Ora abbiamo un popolo americano incattivito, ma anche impaurito. E quindi in fase regressiva. Per certi versi crudele. La stessa crudeltà che può avere una vittima il cui scopo non è la giustizia, ma la rivalsa. Comprensibile in una persona, ma non in un popolo intero. Gli amministratori di quel Paese vengono descritti spesso anche dalla stampa liberale internazionale come "falchi rapaci". Oggi c'è una superpotenza ieratica, che preoccupa. Un potere di famiglie eterodirette: presidenze che - come in Corea - passano da padre in figlio come i Bush o da marito a moglie come i Clinton. Oligarchie. Cosa molto diversa da quel Paese descritto da Toqueville che poi annientò i militaristi giapponesi, organizzò lo sbarco in Normandia, riequipaggiò l'esercito russo e liberò il mondo dall'autoritarismo. Gli Stati Uniti sono stati la porta del Paradiso in Terra. Sarà anche vero, come affermano alcuni strateghi americani - che una nazione attaccata ha il diritto di reagire come meglio crede. Ma è pur vero che l'obiettivo generale deve restare il bene comune - all'americana si potrebbe dire la felicità - e non il "bene assoluto" per il mondo intero... altrimenti diventa una strategia da pazzi perché il "bene assoluto" è una faccenda che riguarda Dio, non gli uomini! |
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